Questo 20 giugno per noi europei è la Giornata della vergogna!

Oggi, 20 giugno, è la Giornata Mondiale del Rifugiato. Le notizie che arrivano dalla Turchia sono terribili. Le guardia di frontiera turche hanno sparato su un gruppo di siriani che tentavano di attraversare la frontiera per mettersi in salvo. Una strage. Un intera famiglia, otto persone, tra cui quattro bambini, è stata sterminata.

Chissà cosa diranno i vari governanti europei. Riusciranno a dire anche questa volta che gli accordi fatti sono a favore dei rifugiati? Che quanto è avvenuto è solo un incidente? Che l’Europa fa già la sua parte e che non può farsi carico di tutti? Guardando ai numeri, come giustamente ha ricordato dal Libano la Presidente della Camera Laura Boldrini, una comunità di 500 milioni di persone (i 28 Paesi dell’UE), se volesse fare la sua parte (al di là delle differenti, più favorevoli condizioni economiche dell’Europa), su una popolazione mondiale di 7,3 miliardi di persone e a fronte di più di 65 milioni di sfollati, rifugiati e profughi (una persona su 113), dovrebbe accoglierne almeno l’8.8 %. Cioè l’UE dovrebbe accogliere 4,4 milioni di profughi, non un milione come ha fatto l’anno scorso. Accoglierli in maniera dignitosa, senza aspettare che arrivino cadaveri, ma assicurando loro un viaggio legale e sicuro. Farli cioè arrivare con canali d’acceso umanitari, andandoli a prendere nei campi profughi e alle frontiere più calde. A Falluja, per esempio, dove più di 30 mila persone sono fuggite nelle ultime ore a causa del conflitto in corso. O alla frontiera tra Turchia e Siria, dove rischiano la vita per il cinismo della classe dirigente europea, più interessata al consenso elettorale che alla vita delle persone. O in Libano, dove un Paese piccolo, povero e con problemi ben più gravi di quelli dell’UE, fa, da solo, quanto tutta l’Unione europea. E invece un milione di profughi hanno indotto le istituzioni europee a firmare un accordo vergognoso con Erdogan e a rincorrere le destre fasciste nella costruzione di muri, promuovendo l’esternalizzazione delle frontiere. L’idea condivisa dalle forze di governo di tutta l’Unione è di moltiplicare accordi come quello che oggi ha fatto sentire la Turchia legittimata a compiere una strage di profughi.

L’obiettivo, da perseguire con tutti i mezzi, è per l’UE quello di impedire alle persone di arrivare alle nostre frontiere, aumentando enormemente difficoltà e rischi di chi fugge. Altro che lotta agli scafisti. Quella in corso è una vera guerra ai rifugiati e ai profughi. Ed è bene ricordarsene in occasione di questo 20 giugno.

Oltre che dalle guerre, dalle persecuzioni, dai regimi dittatoriali, i profughi devono anche difendersi dai comportamenti della ‘civile e democratica’ Europa. I nostri governi sono infatti disponibili a pagare Erdogan e i suoi omologhi africani fior di miliardi purché blocchino i profughi, non volendosi assumere la responsabilità che gli compete di assicurare protezione a persone che ne hanno il diritto. Questi ultimi morti siriani, insieme alle migliaia di persone morte nell’Egeo, nel canale di Sicilia o sulle rotte balcaniche spiegano meglio di tante parole quanto conti il diritto internazionale o il senso di umanità per la classe dirigente del vecchio continente. Questo 20 giugno per noi europei è la Giornata della vergogna!

 

Di Filippo Miraglia,  Vicepresidente nazionale Arci.

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