da ArciReport del 28/09/2017 di Filippo Miraglia, Vicepresidente Arci Nazionale
Sono stati pubblicati di recente i dati relativi alle espulsioni di stranieri irregolarmente presenti sul territorio nazionale dal 2006 al 2016. C’è una relazione evidente tra l’avvicinarsi delle elezioni politiche e l’aumento del numero di persone rimpatriate, che resta comunque basso.
Si va dalle 4 alle 7 mila, mentre le persone senza un titolo di soggiorno presenti in Italia sono certamente non meno di 10/20 volte quelle rimpatriate.
Tuttavia la curva dei rimpatri forzati, con i picchi in prossimità di elezioni, conferma che l’immigrazione è uno degli argomenti più usati nel mercato del consenso elettorale, nonostante, e a volte apertamente contro, la realtà dei fatti.
Ancora una volta, con l’avvicinarsi delle elezioni politiche del 2018, la lunghissima campagna elettorale che da mesi si svolge nel Paese, ricorre alle solite retoriche pubbliche con le quali è stata rappresentata l’immigrazione in questi anni.
Governo e opposizione si contendono argomenti e iniziative per tentare di guadagnare spazio sulla stampa e punti nei sondaggi elettorali. C’è però una convergenza innaturale tra forze democratiche e movimenti o partiti di destra, un dato che purtroppo caratterizza tutta Europa – con poche e spesso ininfluenti eccezioni – e che si concretizza in analisi e proposte che indicano come unica scelta possibile la sottrazione di diritti e garanzie per le persone di origine straniera.
La campagna per la riforma della cittadinanza, promossa da L’Italia sono anch’io e che ha trovato il consenso di tante persone, enti locali, rappresentanti istituzionali ha rappresentato un’importante positiva eccezione in questo quadro.
I continui rinvii al Senato dell’approvazione del testo licenziato dalla Camera il 15 ottobre 2015, ben due anni fa, hanno consentito alla destra di incassare una vittoria nella guerra scatenata contro lo ius soli, a cui si è recentemente associato anche il ministro Alfano riuscendo così finalmente a conquistare le prime pagine dei giornali. Ancora una volta, su un argomento che la destra cavalca per acquisire egemonia culturale e consenso, il governo e il partito di maggioranza non si fanno interpreti delle ragioni dei diritti e del diritto e, per paura di regalare alle destre una fetta di elettorato, rischiano di perdere definitivamente il consenso di chi difende i diritti e la Costituzione, consenso già messo a dura prova degli scellerati accordi firmati per fermare i flussi migratori.
L’appello per una grande manifestazione nazionale contro il razzismo, il prossimo 21 ottobre, permette ai tanti e tante che non vogliono accettare come ineluttabile il processo di riduzione dei diritti di far convergere per le strade della capitale sensibilità diverse, accomunate dalla preoccupazione per la deriva xenofoba e razzista del nostro Paese e dell’UE. Per l’uguaglianza, contro ogni forma di razzismo, per lo ius soli e i corridoi umanitari, contro l’esternalizzazione delle frontiere e le leggi discriminatorie promosse da Orlando e Minniti, il 21 di ottobre tutti e tutte a Roma.