da ArciReport, 26 ottobre 2017 di Filippo MIraglia, vicepresidente nazionale Arci
Lo scorso 19 ottobre la Commissione LIBE del Parlamento Europeo ha approvato un progetto di relazione (Draft) per la riforma del Regolamento Dublino che determina lo Stato competente ad accogliere la richiesta d’asilo di coloro che arrivano sul territorio dell’UE per chiedere la protezione internazionale.
Si tratta di un documento molto importante perché raccoglie, grazie anche al lavoro svolto dalla Parlamentare italiana Elly Schlein, gruppo S&D/Possibile, gran parte delle proposte delle associazioni di tutela dei rifugiati. Secondo questa proposta è finalmente cancellato il principio del Paese di primo approdo quale responsabile della richiesta d’asilo, sostituito con un meccanismo permanente di ridistribuzione in tutti i Paesi dell’UE secondo un sistema di quote. Un’indicazione opposta al documento della Commissione Europea, che manteneva il principio del Paese di primo ingresso al quale non vogliono rinunciare una parte consistente dei governi dell’UE, in particolari il cosiddetto gruppo di Visegrad e più di recente anche altri Paesi importanti come l’Austria.
Il documento introduce un altro concetto importante che è quello di ‘legami significativi’ con il Paese d’accoglienza (soggiorni precedenti, familiari lì residenti, diplomi e qualifiche), tenendo conto così di tutti quegli elementi che possono indirizzare la decisione relativa al Paese di destinazione se dimostrano l’esistenza di un qualche legame con il richiedente.
Si introduce altresì un concetto di famiglia leggermente più ampio, tenendo conto, sia pure parzialmente, anche in questo caso, di una richiesta che avevamo avanzato come organizzazioni della società civile.
Permangono alcuni elementi negativi, ad esempio sulla destinazione dei minorenni, ma nel complesso di tratta di una proposta molto avanzata che supera gli egoismi dei singoli Paesi e introduce un principio di solidarietà senza il quale l’UE sarebbe destinata ad un progressivo declino.
Adesso il Parlamento dovrà approvare il testo e aprire un confronto serrato con i governi, ossia con il Consiglio Europeo, per ottenere un risultato quanto più vicino possibile ai contenuti di questa proposta di relazione. Si tratta di una battaglia nella quale anche noi dell’Arci saremo impegnati insieme alle altre organizzazioni di tutela dei rifugiati in Italia, nell’UE e anche con i nostri partner nei Paesi di origine e transito dei flussi migratori. Consentire alle persone che chiedono protezione di scegliere il posto dove vogliono vivere e prevedere un’equa ripartizione dei richiedenti asilo tra gli stati dell’UE, consentirà finalmente di rilanciare il diritto d’asilo che in questi anni ha subito numerosi e pesanti attacchi. Certo, non si risolvono così tutti i problemi e tra questi quello dell’esternalizzazione delle frontiere, che oggi è il più tragico da affrontare, ma rilancia un’idea di diritto d’asilo più vicina ai principi della nostra Costituzione e della Carta Europea dei Diritti Umani.