Arci Xanadù / Fuocoammare. Storie di migranti.
È un Orso d’oro meritato a un film decisamente attuale, quello vinto da Gianfranco Rosi al Festival del cinema di Berlino 2016. Fuocoammare racconta di Lampedusa, dalla terraferma al mare; racconta di quest’isola nel Mediterraneo, vissuta da pescatori e da migranti in fuga da guerre, terrore e fame, di chi ce l’ha fatta e di chi si è perso in mare.
Un film che tutti dovrebbero vedere e su cui tutti dovrebbero riflettere, in un momento storico dove l’intolleranza e la paura rischiano di sopraffare, questo film è un invito a ripartire dai diritti e dalle libertà contro chi pensa di ricostruire le frontiere.
Come ha dichiarato lo stesso Rosi alla premiazione di Berlino: «Per la prima volta l’Europa sta discutendo seriamente alcune regole da fissare, io non sono contento di ciò che stanno decidendo.
Le barriere non hanno mai funzionato, specialmente quelle mentali. Spero che questo film aiuti ad abbattere queste barriere».
Arci Xanadù ha quindi deciso di portare Fuocoammare nella sala dello Spazio Gloria a Como sabato 5, domenica 6 e mercoledì 9 marzo.
Nella serata di sabato 5 marzo inoltre, la proiezione sarà preceduta dall’intervento di don Giusto Della Valle, parroco del quartiere di Rebbio a Como, un passato da missionario in Africa, sacerdote da sempre impegnato sui temi dalla solidarietà e dei diritti, che ha da tempo aperto la porta della sua casa e della sua parrocchia “all’accoglienza”; e dalla testimonianza di Stephen Asare (Ghanese), di sua moglie Beatrice (Nigeriana) e dei figli Margaret e Micheal arrivati qualche anno fa a Lampedusa dalla Libia, dove hanno sostato per qualche settimana e che ora vivono insieme a molti altri profughi della comunità di Rebbio.
Nella stessa serata interverrà per l’Arci Walter Massa, coordinatore commissione nazionale Arci diritti migranti, richiedenti asilo e politiche antirazziste; e verrà presentato l’opuscolo realizzato da Arci e Rete della conoscenza Saperi di frontiera.
L’opuscolo mira a decostruire i “luoghi comuni” sui migranti, i cui arrivi vengono sempre più rappresentati in maniera distorta e strumentale, creando ostilità nei confronti dei profughi, e più in generale degli stranieri, peggiorando continuamente il clima delle relazioni all’interno delle comunità.
[Jlenia Luraschi, Arci Como]