I pessimi risultati del summit di Parigi

Il 28 agosto scorso a Parigi si è tenuto l’ennesimo summit sulla Migrazione. La sede era Parigi. Gli invitati: Francia, Spagna, Germania, Italia tra gli Stati Membri; Niger, Tchad e Libia per i paesi Africani. La scelta dei paesi seduti a questo tavolo lascia intuire la strategia che soggiace all’incontro: focalizzare l’attenzione sul Sahel, incrociando gli interessi della migrazione a quelli economici e geopolitici. La scelta di Parigi invece fa chiaramente emergere una volontà del nuovo Presidente francese Macron di riprendere in mano un ruolo di leader sia sul tema immigrazione che in modo più ampio in Africa.

di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci

Un’ampia opposizione sociale alle politiche sull’immigrazione del Governo e dell’Ue

di Filippo Miraglia
L’Unione Europea, con un protagonismo degno di miglior causa del nostro Paese, in particolare da quando è arrivato al Viminale il Ministro Minniti, sta attuando le peggiori politiche sull’immigrazione dal dopoguerra a oggi.
Senza che questo abbia scatenato una reazione adeguata da parte delle organizzazioni internazionali che dovrebbero garantire il rispetto dei diritti umani, a partire dalle Nazioni Unite, i governi europei procedono verso il totale azzeramento del diritto d’asilo nel nostro continente.

Emma Bonino presenta lo spot di Ero Straniero

Radicali Italiani lancia un videospot a sostegno della campagna Ero straniero – L’umanità che fa bene: la legge di iniziativa popolare per cambiare le politiche sull’immigrazione superando la legge Bossi-Fini. A presentarlo alla stampa sarà Emma Bonino giovedì 7 settembre alle ore 11 a Roma presso la sede del comitato promotore in via Angelo Bargoni, 38.

di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci

Il summit del vergognoso “fermiamoli a casa loro”

di Filippo Miraglia
Le conclusioni, anticipate in questo articolo, servono a ribadire l’unico teorema sul quale i governi dei principali paesi della Ue sono in grado di mettersi d’accordo: per aiutarli (si dice “aiutiamoli”, ma si legge “fermiamoli!”) fermiamoli a casa loro o a casa degli altri. L’obiettivo resta esternalizzare i controlli e le frontiere, respingere, bloccare. In nome di quest’obiettivo si sacrificano vite umane e principi democratici.

…E la chiamano accoglienza! A Roma manganelli e idranti contro un centinaio di persone di origine straniere

Manganelli, idranti e forze dell’ordine schierate. Così stamattina si sono brutalmente svegliate le oltre cento persone di origine straniera che da qualche giorno occupavano piazza Indipendenza a Roma, la maggior parte in attesa di riappropriarsi dei propri averi, dopo essere state velocemente sgomberate dallo stabile che le ospitava da tempo. Siamo di fronte a un

di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci

Il codice del capro espiatorio

di Filippo Miraglia
Questa del Codice si configura come un’operazione intimidatoria (verso le ONG) e di propaganda, che non risolverà certamente i problemi di scarsa autorevolezza del governo italiano nell’UE e il cui unico effetto potrebbe essere l’aumento dei morti in mare (è di ieri la notizia di altre 13 vittime). Di ben altro coraggio e intelligenza politica ci sarebbe bisogno, sia nella relazione con gli altri governi dell’UE che nella gestione dei flussi straordinari.

Il vero significato di accoglienza, facciamo chiarezza

di Walter Massa
“La matematica non è un’opinione”. Questa è una verità inconfutabile così come lo è il fatto che questo paese, l’Europa, potrebbero benissimo affrontare con dignità ed efficacia il fenomeno migratorio che dal 2010 ha segnato in modo indelebile l’agenda politica mondiale. Oltre 65 milioni di uomini e donne sono costretti a fuggire dalle loro terre; poco più di un milione sono arrivati in Europa e circa 170 mila in Italia alla fine del 2015. Sono 70 mila gli sbarchi fino alla fine di giugno 2017. Ammettiamo pure un flusso di sbarchi costante per i prossimi 10 anni pari a 170 mila persone all’anno. Si tratta comunque di 1 milione e 700 mila persone e noi siamo un paese di quasi 61 milioni di abitanti, considerato una delle principali potenze economiche mondiali.

di Filippo Miraglia, vicepresidente nazionale Arci

Approdo sbagliato, stavolta, per Gabanelli

di Filippo Miraglia
In molti ci siamo chiesti come mai Milena Gabanelli, tra le poche giornaliste a fare in questi anni inchieste di valore su vicende scomode, abbia scelto di intervenire, da tempo ormai, su una questione complessa come l’immigrazione con un approccio ambiguamente «pragmatico».
Nell’articolo apparso venerdì scorso, ancora una volta sulle pagine del Corriere della Sera, Gabanelli richiama le organizzazioni umanitarie, che operano in accordo con la nostra guardia costiera per fare operazioni di salvataggio, a forzare i porti di altri Paesi dell’Ue. In pratica invita quelle associazioni che salvano vite umane nel rispetto delle leggi, a fare ciò che il governo italiano non è riuscito ad ottenere: obbligare Francia e Spagna ad accogliere i migranti salvati davanti alle coste della Libia.
La giornalista sembra ignorare che le Ong sono tenute a portare i naufraghi nel porto più vicino più sicuro, ossia in un porto italiano.

Fraternitè!

Il 14 luglio non è solamente la data simbolo della Rivoluzione Francese, legata alla presa della Bastiglia nel 1789. Rappresenta l’affermarsi, con un movimento di popolo, di tre principi fondamentali validi per il mondo intero, la libertà, l’uguaglianza, la fraternità. Purtroppo questi principi sono oggi duramente messi in discussione. In particolare le scelte di Macron, il nuovo presidente francese e quelle assunte dall’Unione europea nel vertice di Tallinn rafforzano l’idea dell’Europa come una fortezza chiusa e ostile ai processi migratori. L’esatto contrario della Fraternitè, della solidarietà. Per questo organizzazioni sociali e sindacali, movimenti, ong hanno promosso per questo 14 luglio una protesta in più città italiane per la libertà di movimento dei migranti, per il soccorso e l’accoglienza dei profughi.